Buona Salute a voi tutti!
Riprendiamo a parlare di Covid-19 partendo dalla nostra “umanità”.

Non so se avete avuto la mia stessa sensazione in questi giorni: non si riesce a parlare di altro se non del Coronavirus e della pandemia. Tutto ciò che prima ci interessava e ci rendeva felici sembra essere passato in secondo piano (cultura, arte, letteratura, eventi sociali e spettacolo). Addirittura una fiction televisiva ha più successo e capta magneticamente persino i giovani se nel contesto si parla di medici, sanitari e malattie…

Perchè succede questo?
Normalmente, anche quando viviamo condizioni di paura (esami, problemi di salute noti, rischio di lutti o separazioni), ciò che stiamo osservando con la pandemia, in questi giorni, non si verifica e riusciamo generalmente a dare spazio a tutte le altre emozioni e agli altri interessi. Ciò accade perchè conosciamo bene la causa della nostra paura e le conseguenze concrete che essa potrebbe determinare se si realizzasse.
Nel caso di Sars Cov2, invece, la maggior parte delle conoscenze è ignota, per cui la malattia da esso provocata, la COVID-19, genera soprattutto l’angoscia e non solo la paura, che invece riguarda cose ben note o già vissute.
La paura è un elemento positivo della nostra esistenza e che ci allontana da ciò che potrebbe nuocerci senza per questo impedirci di vivere. Ad esempio un adulto si allontanerà dal fuoco per paura mentre il bambino non lo farà perchè ancora non avrà la coscienza del pericolo.
L’angoscia, invece, è un sentimento più irrazionale che non ci permette più di vivere le sensazioni evocate per raggiungere il benessere in quanto la nostra mente è concentrata costantemente sulla causa dell’angoscia. Tutto come in una veglia continua nei confronti di qualcosa che non sappiamo se, come e quando potrebbe accadere.
Sars Cov2 genera angoscia in chi non lo conosce e, quindi, prevalentemente nell’Umanità. Questo è il motivo per cui coloro che conoscono il virus ed i suoi comportamenti un poco meglio degli altri, come medici, infermieri, operatori sanitari ma soprattutto epidemiologi, virologi e ricercatori, riescono ad attirare l’attenzione più di tutto il resto. Semplicemente sediamo temporaneamente la nostra angoscia attraverso le “gocce” di informazioni che riusciamo ad assumere attraverso la comunicazione diretta o mediatica.
A questo punto possiamo incominciare a cercare di placare la nostra angoscia assumendo informazioni certe e concrete su SarsCov2 e su Covid-19.
Per esempio, vi piacerebbe sapere con certezza se voi o i vostri familiari siete affetti dal virus? Scommetto di sì…

Partiamo dai test: tamponi antigenici, tamponi molecolari, sierologici rapidi, sierologici tardivi…
Dò per scontato che voi sappiate che i tamponi si fanno cercando il virus a livello rinofaringeo mentre i sierologici cercano gli anticorpi sul sangue.
Nessun test potrà mai dare la certezza di essere o non essere portatori del virus!
Primo esempio: paziente contatto stretto di positivi con tampone molecolare 3 volte negativo e sierologico tardivo su prelievo ematochimico con presenza di IgM ed IGG.
Secondo esempio: paziente con tampone negativo, ricoverato in pronto soccorso per febbre e desaturazione dopo due giorni, con tampone molecolare in ospedale positivo e polmonite bilaterale.
Terzo esempio: paziente con problemi di gusto ed olfatto e febbricola con tampone positivo e dopo mesi sierologico perennemente negativo.
Potrei citarvi decine di casi simili.
I test sono operatore dipendente e virus dipendente e siccome del virus non si conoscono ancora le caratteristiche in maniera definitiva attualmente io come medico mi baso prima di tutto sulla clinica.
Non tutti gli asintomatici sono sempre asintomatici.
I positivi al tampone definiti come asintomatici riferiscono spesso di aver sofferto di sintomi minori aspecifici quali astenia, mal di testa, coliche addominali, raffreddore, mal di schiena nei giorni precdenti il tampone o successivamente, anche senza avere poi mai presentato segni o sintomi della malattia respiratoria più seria. L’ansia, poi, accomuna tutti!

Cosa fare nel dubbio?
Partiamo sempre dalla clinica per iniziare a curare la malattia, così come ci insegna la storia della medicina. Quali segni e sintomi bisogna tenere sotto controllo ve lo suggerirò nel prossimo articolo.
Intanto cerchiamo di prenderci cura della nostra mente!
