Scherzando spesso affermo che le persone amano “ciecamente” l’apparecchio per misurare la pressione, perché non lo conoscono e si fidano troppo di quello che “dice”.
Misurare la pressione (arteriosa) è un atto che ci permette di conoscere la forza con cui il sangue circola nel nostro organismo assumendo la determinazione a livello del cuore. Precisamente la pressione massima si chiama sistolica e corrisponde al momento in cui il cuore si contrae, mentre la pressione minima si chiama diastolica e corrisponde al momento in cui il cuore si rilassa.
Come si compie quest’atto apparentemente semplice ma che racchiude l’applicazione di secoli di scienza?
Prima di tutto il paziente non dovrebbe mai misurare la pressione da solo. Lo strumento dovrebbe essere ben “tarato” ed in condizioni ottimali. L’ambiente in cui si misura la pressione deve essere confortevole e la posizione di “seduta” comoda (senza contorsioni sulle sedie oppure telefoni e telefonini che squillano).
Grazie al collega che mi ha girato la foto scattata questa mattina.
Dalle 7 di questa mattina centinaia di operatori sanitari sfilano silenziosamente sotto la pioggia e al freddo per quello che dovrebbe essere il funerale di SarsCov2.
Purtroppo però, migliaia di sms con l’invito sono stati inviati contemporaneamente a tutti coloro che in qualche modo avessero un rapporto di lavoro con la ASL Napoli 1centro per una vaccinazione collettiva del personale, senza tenere conto di alcun orario o fascia di distribuzione in funzione dell’ordine alfabetico oppure dell’età o del ruolo.
I medici di medicina generale della nostra ASL, contrariamente a quanto avvenuto in tutte le altre asl della Regione incluse la Napoli 2 e la Napoli 3, sono costretti a fare una fila di almeno due ore già dall’esterno dei cancelli. Tutto questo al freddo e sotto la pioggia e senza tenere conto che nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno più di 55-60 anni.
Una vera mancanza di rispetto se non per il medico almeno per la persona!
Dopo aver organizzato nel mio studio di medicina generale oltre 400 vaccinazioni antiinfluenzali ed antipneumococco, mantenendo l’orario tramite appuntamento e nelle migliori condizioni di confort e sicurezza per i miei pazienti, la mia ASL mi premia e mi invita a vaccinarmi in un gruppo collettivo di migliaia di dipendenti questa mattina alla mostra d’oltremare nel caos e senza controllo.
Mi dispiace ma io non ci sto!
Non mi sembra il caso di rischiare COVID-19 o, nella migliore delle ipotesi una sindrome da raffreddamento considerando l’enorme lavoro previsto per me ed i miei colleghi per la prossima settimana.
Oggi non mi vaccinerò contro Covid-19 perchè non sono state rispettate le condizioni di sicurezza previste dal DPCM vigente.
Riprendiamo a parlare di Covid-19 partendo dalla nostra “umanità”.
Non so se avete avuto la mia stessa sensazione in questi giorni: non si riesce a parlare di altro se non del Coronavirus e della pandemia. Tutto ciò che prima ci interessava e ci rendeva felici sembra essere passato in secondo piano (cultura, arte, letteratura, eventi sociali e spettacolo). Addirittura una fiction televisiva ha più successo e capta magneticamente persino i giovani se nel contesto si parla di medici, sanitari e malattie…
Perchè succede questo?
Normalmente, anche quando viviamo condizioni di paura (esami, problemi di salute noti, rischio di lutti o separazioni), ciò che stiamo osservando con la pandemia, in questi giorni, non si verifica e riusciamo generalmente a dare spazio a tutte le altre emozioni e agli altri interessi. Ciò accade perchè conosciamo bene la causa della nostra paura e le conseguenze concrete che essa potrebbe determinare se si realizzasse.
Nel caso di Sars Cov2, invece, la maggior parte delle conoscenze è ignota, per cui la malattia da esso provocata, la COVID-19, genera soprattutto l’angoscia e non solo la paura, che invece riguarda cose ben note o già vissute.
La paura è un elemento positivo della nostra esistenza e che ci allontana da ciò che potrebbe nuocerci senza per questo impedirci di vivere. Ad esempio un adulto si allontanerà dal fuoco per paura mentre il bambino non lo farà perchè ancora non avrà la coscienza del pericolo.
L’angoscia, invece, è un sentimento più irrazionale che non ci permette più di vivere le sensazioni evocate per raggiungere il benessere in quanto la nostra mente è concentrata costantemente sulla causa dell’angoscia. Tutto come in una veglia continua nei confronti di qualcosa che non sappiamo se, come e quando potrebbe accadere.
Sars Cov2 genera angoscia in chi non lo conosce e, quindi, prevalentemente nell’Umanità. Questo è il motivo per cui coloro che conoscono il virus ed i suoi comportamenti un poco meglio degli altri, come medici, infermieri, operatori sanitari ma soprattutto epidemiologi, virologi e ricercatori, riescono ad attirare l’attenzione più di tutto il resto. Semplicemente sediamo temporaneamente la nostra angoscia attraverso le “gocce” di informazioni che riusciamo ad assumere attraverso la comunicazione diretta o mediatica.
A questo punto possiamo incominciare a cercare di placare la nostra angoscia assumendo informazioni certe e concrete su SarsCov2 e su Covid-19.
Per esempio, vi piacerebbe sapere con certezza se voi o i vostri familiari siete affetti dal virus? Scommetto di sì…
Dò per scontato che voi sappiate che i tamponi si fanno cercando il virus a livello rinofaringeo mentre i sierologici cercano gli anticorpi sul sangue.
Nessun test potrà mai dare la certezza di essere o non essere portatori del virus!
Primo esempio: paziente contatto stretto di positivi con tampone molecolare 3 volte negativo e sierologico tardivo su prelievo ematochimico con presenza di IgM ed IGG.
Secondo esempio: paziente con tampone negativo, ricoverato in pronto soccorso per febbre e desaturazione dopo due giorni, con tampone molecolare in ospedale positivo e polmonite bilaterale.
Terzo esempio: paziente con problemi di gusto ed olfatto e febbricola con tampone positivo e dopo mesi sierologico perennemente negativo.
Potrei citarvi decine di casi simili.
I test sono operatore dipendente e virus dipendente e siccome del virus non si conoscono ancora le caratteristiche in maniera definitiva attualmente io come medico mi baso prima di tutto sulla clinica.
Non tutti gli asintomatici sono sempre asintomatici.
I positivi al tampone definiti come asintomatici riferiscono spesso di aver sofferto di sintomi minori aspecifici quali astenia, mal di testa, coliche addominali, raffreddore, mal di schiena nei giorni precdenti il tampone o successivamente, anche senza avere poi mai presentato segni o sintomi della malattia respiratoria più seria. L’ansia, poi, accomuna tutti!
Cosa fare nel dubbio?
Partiamo sempre dalla clinica per iniziare a curare la malattia, così come ci insegna la storia della medicina. Quali segni e sintomi bisogna tenere sotto controllo ve lo suggerirò nel prossimo articolo.
Intanto cerchiamo di prenderci cura della nostra mente!
La nuova Circolare del ministero della Salute del 12 ottobre 2020 aggiorna le indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemiologica, delle nuove evidenze scientifiche, delle indicazioni provenienti da alcuni organismi internazionali (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico l’11 ottobre 2020.
La circolare chiarisce che:
l’isolamento dei casi di documentata infezione da SARS-CoV-2 si riferisce alla separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione.
La quarantena, invece, si riferisce alla restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.
Isolamento o quarantena?
Casi positivi asintomatici
Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).
Casi positivi sintomatici
Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).
Casi positivi a lungo termine
Le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia 4 che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).
Contatti stretti asintomatici
I contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare:
un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso
oppure
un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.
Nella circolare si raccomanda di:
eseguire il test molecolare a fine quarantena a tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze;
prevedere accessi al test differenziati per i bambini;
non prevedere quarantena né l’esecuzione di test diagnostici nei contatti stretti di contatti stretti di caso (ovvero non vi sia stato nessun contatto diretto con il caso confermato), a meno che il contatto stretto del caso non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici o nel caso in cui, in base al giudizio delle autorità sanitarie, si renda opportuno uno screening di comunità
promuovere l’uso della App Immuni per supportare le attività di contact tracing.
La circolare ridefinisce i criteri per porre fine all’isolamento/quarantena ed è applicabile dal momento in cui è stata pubblicata. Pertanto, tali criteri potranno essere applicati anche a chi era già in isolamento/quarantena al momento della loro emanazione.
Abbiamo visto come si può verificare un contatto che potrebbe aver trasmesso il coronavirus ad uno di noi.
Non tutti i contatti però sono uguali.
Contatti superficiali, brevi, in condizioni di sicurezza ed all’aperto rendono difficile la trasmissione immediata del virus mentre non è così quando il contatto fisico si verifica in modo esteso e prolungato, in ambienti stretti e chiusi e senza le necessarie condizioni di protezione e di sicurezza.
Quotidianamente veniamo in contatto con persone potenzialmente affette dal virus e che potrebbero trasmetterlo. Persone anche ignare del proprio stato di portatore.
E’ per questo che bisognerebbe evitare situazioni in grado di permettere al coronavirus di attaccarci quando ignoriamo completamente lo status della persona che abbiamo di fronte.
Ci viene in aiuto la definizione di “contatto stretto” per le persone che possono esporci ad un alto rischio di contagio. Dopo aver avuto un “contatto stretto” anche noi diventiamo un caso probabile o sospetto. E’ come se fossimo “positivi” al test diagnostico specifico fino a prova contraria.
Ma chi è il “contatto stretto” oppure quando possiamo esserlo noi?
“Contatto stretto” viene definito prima di tutto chi vive nella stessa casa di un caso affetto da COVID-19. In alternativa il contatto stretto è una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 partendo dalla comune stretta di mano fino al rapporto sessuale di coppia.
Esiste poi tutta una serie di circostanze in cui si può verificare un contatto diretto con una persona con SarsCov2. E’ il caso di personale addetto alle pulizie, delle persone che frequentano lo stesso ambiente di lavoro o la stessa comunità, è il caso anche di incontri casuali tra persone face to face (distanza minore di 2 metri) per almeno 15 minuti.
Ugualmente se una persona con Covid 19 è stata in un ambiente chiuso come un’aula o una sala d’attesa e senza mascherina idonea ha una probabilità alta di infettare tutti coloro che sono stati in quell’ambiente senza DPI (dispositivi di protezione individuale) idonei.
Esistono poi tante altre condizioni di “contatto stretto”, spesso involontario ma inevitabile, come quelle in cui si vengono a trovare gli operatori sanitari che devono assistere gli ammalati di Covid-19, il personale tecnico addetto ai test diagnostici per Sars Cov2, i viaggiatori in genere.
Sulla base delle circolari e delle ordinanze ministeriali di ottobre 2020, si è stabilito che chi è stato a contatto stretto con un caso di Covid-19 deve osservare un periodo di quarantena con sorveglianza attiva di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, oppure un periodo di quarantena con sorveglianza attiva di 10 giorni dall’ultimo contatto con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.
Eccovi un esempio molto comune: Paolo esce per un drink con Giovanni, entrambi parlano e ridono scherzando e bevendo senza la mascherina ad una distanza ravvicinata in un bar. Dopo un paio di giorni Giovanni ha la febbre (oppure fa un test rapido sul lavoro) e scopre di essere POSITIVO (cioè nel suo rinofaringe si trova il gene del virus oppure nel suo sangue si trovano gli anticorpi precoci IGM).
Paolo diventa un suo “contatto stretto” si mette subito in “quarantena” ed avrà due possibilità: fare il test (in genere il tampone molecolare naso-faringeo) al decimo giorno dal contatto oppure aspettare 14 giorni senza sintomi e non fare il tampone… Resta in sorveglianza attiva.
Tutto questo sembrerebbe molto semplice ma nella realtà rappresenta solo l’inizio di un vortice in cui senso di responsabilità, educazione, paura, struttura organizzativa territoriale, famiglia, lavoro e fattori di rischio cominciano a mescolarsi per generare la prima scarica fatale che dà origine al “caos”.
Dopo diversi mesi riprendo a scrivere per il mio blog per il piacere altrui e mio.
Chiarisco da subito che non si tratta di articoli a carattere “scientifico” nel senso stretto del termine, ma di istruzioni semplici dettate dall’esperienza e dalle informazioni certe e già note che cercherò di sintetizzare e comunicare in maniera diretta e disinteressata anche ai non addetti ai lavori.
C’è una grande confusione sull’argomento alimentata quotidianamente da notizie certe miste ad opinioni, e da notizie false strumentali ed inappropriate.
Una pandemia non deve essere confusa con un complotto economico- politico altrimenti il numero di morti rischierà di essere superiore a quello arginabile con un gioco mondiale di squadra.
Purtroppo, però “Homo homini virus…”
Prima di tutto chiariamo che non ci troviamo nè di fronte ad un semplice raffreddore nè di fronte ad una comune influenza. Non a caso il nome dato alla malattia causata da questo coronavirus, nuovo ceppo per l’uomo, è sindrome respiratoria acuta grave da Coronavirus-2. Più precisamente SARS-CoV-2 è il virus e Covid-19 è la malattia ad esso associata.
La domande che le persone si pongono più frequentemente sono: come si trasmette questo virus? Come si fa a capire se si è asintomatici? Cosa fare per evitare di contagiarsi?
Purtroppo la risposta che si può dare è solo una: evitare quanto più possibile i contatti fisici e gli ambienti affollati.
Infatti, ciò che è certo è che il virus SARS-CoV-2 si diffonde da una persona infetta all’altra molto facilmente, ad esempio avendo direttamente contatti stretti con quella persona (basta una semplice stretta di mano), toccando oggetti venuti a contatto con quella persona o respirando in un ambiente chiuso in cui quella persona può aver respirato, tossito o starnutito rilasciando nell’aria goccioline invisibili piene di virus.
Immaginiamo una serata fra amici, c’è chi canta, chi parla, chi abbraccia, chi semplicemente tocca i bicchieri o i piatti da portata. Se il contatto con un positivo portatore del virus (magari asintomatico ignaro) avviene ad una distanza inferiore ad un metro esiste una seria possibilità di contagiarsi.
Logicamente la possibilità di contagiarsi aumenta con il numero di persone, con le dimensioni piccole degli spazi e quando si consuano cibi o bevande. Per questo motivo anche quando si incontrano congiunti non conviventi è consigliabile sempre di usare le mascherine e lavarsi continuamente le mani.
Come lavarsi le mani? Il web è pieno di dimostrazioni pratiche, non è necessario che ve lo dica io. Tuttavia c’è ancora chi non sa farlo oppure se ne dimentica…
Le mascherine? Personalmente senza indossare la FFP2 mi sento nuda e vulnerabile. Non so proprio come si faccia a sopravvivere psicologicamente con una mascherina chirurgica sotto il naso… Questo modo di mettere la mascherina dà solo una sensazione falsa di protezione ed un grande rischio per gli altri.
Purtroppo i contagi più frequenti avvengono ancora in famiglia e sul lavoro, nonostante tutto quello che ci stiamo ripetendo da marzo 2020.
Come facciamo a capire se ci siamo contagiati? Abbiamo la febbre? Siamo venuti a “contatto stretto” con un positivo? Dobbiamo fare un test? Se sì, quale fare?
nel ringraziarvi per aver raggiunto, oltre tremila firme per la raccolta delle firme (solo Napoli e provincia circa 500 !) Primi sul territorio nazionale, grazie solo a voi!!
Ora però, chiediamo un ulteriore piccolo sforzo: di votare domenica 17 Maggio 2020
Sono candidato per l’assemblea nazionale nella lista “Fimmg in Enpam per Marcello Natali”
La mia decisione nasce dalla volontà di entrare a far parte della famiglia Enpam in modo da poter avere un ruolo attivo nella cura della nostra previdenza e assistenza ponendo particolare attenzione alla tutela delle colleghe in gravidanza, al futuro dei giovani medici. Inoltre, complice anche l’esperienza critica della pandemia Covid 19, riteniamo di elevata importanza la salvaguardia della salute professionale e la minimizzazione del rischio infettivologico.
Mi preme precisare che, nonostante io sia lontano dalle logiche politiche tradizionali, la mia eventuale presenza nell’assemblea nazionale Enpam come quota Fimmg sarà collaborativa.
Nella speranza che il senso della mia candidatura arrivi ai Medici di Famiglia, ai Medici di Continuità Assistenziale, ai Medici di Emergenza Territoriale, tutti, sia titolari che sostituti, e ai Colleghi già pensionati, chiedo il vostro sostegno affinché ci venga data la possibilità di poter essere liberamente di supporto e di dare slancio al nostro ente previdenziale, perché, ricordiamolo: l’Enpam è la casa di tutti noi.
Pertanto ricordo di votare Domenica 17 Maggio 2020 dalle ore 8 alle ore 21.30 entrando nel sito dell’Enpam.
Una volta registrati nella vostra pagina personale, troverete una piattaforma che vi aiuterà ad entrare nella cabina elettorale “virtuale” accompagnandovi fino alla registrazione del voto .
La prima scheda riguarda : la lista denominata ”Fimmg in Enpam con Marcello Natali” per l’ assemblea nazionale (ed è quella che mi riguarda in quanto candidato);
la seconda scheda riguarda il rappresentante regionale del Comitato Consultivo regionale: nel nostro caso per la Regione Campania il nostro candidato per i MMG che è : Elio Giusto;
la terza scheda riguarda il rappresentante della Consulta Nazionale per i MMG che è : Lorenzo Adami
E’ IMPORTANTE CHE VOTIATE TUTTE E TRE LE SCHEDE ED E’ IMPORTANTE VOTARE IN TANTI!
Buon voto a tutti noi, non lasciamo decidere gli altri, andiamo a votare!
Nulla sarà come prima dopo l’emergenza Coronavirus e, particolarmente, l’attività nello studio del medico di famiglia.
Sarebbe impensabile oggi immaginare nuovi assembramenti di pazienti malati così come accaduto non più di due mesi fa un po’ in tutte le sale d’attesa del Sistema Sanitario Nazionale.
A partire dalla Fase 2 gli accessi saranno tutti selezionati previo triage telefonico in maniera organizzata temporalmente e con tutte le dovute precauzioni per impedire eventuali contagi. La necessità di tutelare anche dipendenti e collaboratori, oltre che i pazienti stessi, porterà all’adozione del distanziamento fisico e di processi di sanificazione regolari, all’uso di schermi protettivi e di dispenser di gel disinfettanti oltre che di mascherine idonee e guanti. L’uso dei DPI per i medici resta ancora un grave problema vista la mancata distribuzione di materiali idonei da parte delle ASL, e l’obbligo d’uso per evitare i contagi reciproci.
La riduzione degli accessi preordinati sarà possibile anche grazie alla rivoluzione digitale che ha permesso l’invio telematico ai pazienti del NRE (Numero di Ricetta Elettronica) e della ricetta in chiaro per evitare la stampa ed il ritiro del promemoria cartaceo. In questo modo milioni di Italiani non avranno la necessità di recarsi allo studio del medico solo per ritirare le ricette evitando così di affollare lo studio di persone e burocrazia. Le sale d’attesa dovranno essere sgombrate il più possibile da oggetti e da persone e le visite avverranno con nuove modalità di appuntamento per consentire una visita medica sicura, rapida e finalizzata dopo aver effettuato un approfondito colloquio telefonico prima dell’accesso.
La sorveglianza dei pazienti anziani e dei malati cronici in futuro sarà possibile attraverso la medicina a distanza che si avvarrà dalla comunicazione degli esiti attraverso messaggistica (sms, whatsapp, mail) e videochiamate fino alla possibilità di applicare software di telemedicina per ecg, saturimetria, monitoraggio specialistico in rete con le strutture ospedaliere laddove tutto questo sarà realizzabile.
Le visite domiciliari in questo periodo saranno possibili solo se veramente indispensabili e laddove le condizioni di sicurezza lo permetteranno.
In attesa dell’attivazione dell’Aggregazione Funzionale Territoriale di zona, di ulteriori linee guida e dei dati dei prossimi mesi il mio studio continua secondo gli stessi giorni e le stesse fasce orarie ma dopo obbligatorio contatto telefonico per preordinare l’intervento (ricetta, consulenza su esami o visita medica) in maniera sicura e corretta.
L’unico recapito telefonico a cui fare riferimento è il 0817513564, orari sulla mia attività Google.
Claudia Pizzi, Medico di Medicina Generale Asl Napoli 1 centro FIMMG – SIMG
oggi vi propongo qualche suggerimento su come mangiare in questo periodo, dovendo restare necessariamente a casa per tanti giorni.
Per non rischiare di aumentare di peso, di avere disturbi digestivi, stipsi oppure di andare incontro a disturbi del comportamento alimentare dettati dall’angoscia o dalla noia potrete seguire questi consigli.
La riduzione del movimento legata alla mancanza di spostamenti e la maggiore disponibilità di cibo, di tempo e di spazio da riservare all’alimentazione, rischiano di creare danni a lungo termine ad alcuni di noi che, poi, difficilmente potranno essere recuperati.
Questo potrebbe tradursi in un vero e proprio aggravamento di malattie preesistenti come l’obesità, il diabete, l’ipertensione o l’aumento del colesterolo e dei trigliceridi. Nei fumatori l’alimentazione non corretta associata alla mancanza di movimento potrebbe aggravare il rischio cardiovascolare.
E’ importante mantenere sano anche il nostro sistema immunitario che, come sapete viene influenzato dal nostro microbiota intestinale che potrebbe essere squilibrato da un’alimentazione troppo ricca di zuccheri semplici o carboidrati, da un eccesso di sale o da un’insufficiente quantità di fibre e acqua.
La nostra Dieta Mediterranea fornisce un buon apporto dei diversi nutrienti. Per questo vi consiglio di consumare in questi giorni di riposo forzato nelle giuste quantità pane, pasta, verdure, legumi, frutta e frutti secchi, olio di oliva, pesce, carne bianca; latticini, uova e carne rossa andrebbero consumati in quantità moderata così come il vino durante i pasti. Meglio rispettare l’orario dei pasti e consumare una colazione ricca di liquidi. Evitare dolci, grassi (burro, maionese), fritti, salumi ed insaccati e soft drinks.
Particolare attenzione deve essere posta nell’assunzione di vitamina C che consiglio in forma naturale e non farmaceutica. Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono alcuni frutti come agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie oppure alcune verdure come radicchio, lattuga, broccoli, spinaci oppure ortaggi come cavoli, pomodori o peperoni. Tra le patate consiglierei quelle novelle.
Un’unica raccomandazione: che il tutto sia rigorosamente fresco!
Il fabbisogno quotidiano di vitamina C, ad esempio, può essere soddisfatto da una premuta di agrumi o un’arancia, un’insalata radicchio e lattuga ed un kiwi al giorno. Quest’ultimo, insieme ad alimenti integrali aiuterà a prevenire anche la stipsi.
Spero di esserVi stata utile con questi consigli che sono la prima ad applicare nella mia famiglia.
Se proprio volete divertirVi a fare i masterchefpreparate deliziose paste sfoglie o crostate alle verdure oppure macedonie e insalatone multicolori che, oltre a fare bene, sono anche realizzabili con alimenti facili da reperire, colorati e che renderanno ancora più gradevoli e artistiche le foto che Vi piacerà postare!