Emergenza Covid-19: lettera aperta ai Napoletani da un medico di famiglia

Carissimi Napoletani,

stiamo vivendo un’EMERGENZA STRAORDINARIA e non un periodo di ferie forzate.

Vi scrivo questa lettera per sensibilizzarVi nei confronti di una situazione che noi operatori del sistema sanitario non potremo fronteggiare a lungo senza il vostro aiuto.

Prima di tutto RESTATE A CASA più che potete ma con delle istruzioni su come comportarvi come pazienti nel caso in cui ne aveste bisogno,  perché c’è bisogno di orientare tutte le risorse in direzione controllata e corretta.

In questo momento gli operatori del 118 e degli ospedali in genere sono in situazione di grande stress legato anche all’insufficienza di dispositivi di protezione ed al sovraccarico che si sta creando per la mancanza di autocontrollo o di affidamento corretto di alcune persone nei confronti del SSN.

IL DOVERE DI OGNI CITTADINO E’ DI COLLABORARE AL CONTENIMENTO DEGLI INTERVENTI NON NECESSARI PER CONSENTIRE DI DISTRIBUIRE LE RISORSE OPERATIVE DISPONIBILI A CHI NE HA REALMENTE BISOGNO!

Quindi, abbiate come riferimento telefonico il vostro medico di famiglia oppure il servizio di continuità assistenziale per comunicare l’eventuale comparsa di febbre o sintomi respiratori, in particolare se siete rientrati da località a rischio oppure avete avuto contatti con casi probabili o casi accertati.

IN CASO DI RAGIONEVOLI DUBBI AUTOISOLATEVI A DOMICILIO FINO AD ULTERIORI EVOLUZIONI O ISTRUZIONI. Controllate mattina e sera la febbre e, se possibile, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la saturazione di ossigeno: tutto sempre sotto il controllo del vostro medico curante.

Il servizio del 118 verrà allertato direttamente dal vostro medico di famiglia nel caso in cui ce ne fosse reale bisogno.

Le linee e i sistemi sanitari di contenimento e di cura NON DEVONO ESSERE INTASATI PER COLPA DEGLI ISTERISMI COLLETTIVI.

Vi ricordo che in circa il 70-80% dei casi l’infezione fino ad ora è decorsa come una semplice influenza.

BISOGNA LASCIARE LIBERI I POSTI LETTO PER I PAZIENTI CHE POTREBBERO MANIFESTARE UN PROGRESSIVO AGGRAVAMENTO DELLE CONDIZIONI.

Dobbiamo tutelare i più deboli per non perderli (persone con malattie polmonari, cardiache, renali, oncologiche, diabetiche ma anche persone immunodepresse, gravide, socialmente isolate e OPERATORI SANITARI).

Sono istruzioni molto semplici che vi sto consigliando e che vi prego di far girare!

Dimostriamo con i fatti quanto è grande il nostro amore per il prossimo e non pretendiamolo solo dagli operatori sanitari.

PROTEGGIAMO TUTTI GLI OPERATORI SANITARI DA AZIONI DI MINACCIA E DI LINCIAGGIO PER LA TUTELA DELLA COLLETTIVITA’.

Chi ha fede in Dio non muore mai!

Ve lo chiedo con il Cuore!

Claudia Pizzi

Medico di Medicina generale Napoli

FIMMG   SIMG

89480555_10221900803020402_5404101999866150912_o

Quando l’amore è “malato” e non esistono medici abbastanza bravi per guarirlo

25358619_1904070246287063_2496841836794451458_o

Ciao, carissimi amici della lettura!

Mi sta a cuore segnalarvi il libro di Annamaria Vargiù, “E lo chiamano amore“.

Perché? Prima di tutto descrive una casistica di forme d’amore “non sano” attraverso lo strumento semplice e piacevole del racconto, che bene si adatta allo stile di vita contemporaneo.  Ogni storia, inoltre, viene affrontata con l’intelligenza e la cultura di chi ha fatto dell’istruzione la propria ragione di vita e che non potrebbe scrivere senza lasciare un messaggio al lettore. L’autrice lascia anche a chi è più giovane sempre un motivo di riflessione e di crescita.

Il racconto del libro che mi è piaciuto di più? Insomnia. Questo testimonia la violenza spesso esercitata dai familiari nei confronti degli ammalati gravi; essi pretendono da sani di decidere ciò che è giusto per chi sano non lo è più.

Le varie storie, pur ricalcando scene diverse per epoca storica e per livello sociale e culturale, rivelano la presa di coscienza tardiva di una scelta affettiva sbagliata che però, ottimisticamente, culmina nel riscatto finale della vittima, anche se questo spesso diventa possibile solo attraverso la lettura del libro.