Tutto quello che vorreste sapere sui vaccini ad mRNA detti anche comunemente “Pfizer e Moderna”!

Cominciamo a fare un po’ di chiarezza relativamente ai vaccini ad RNA messaggero!

Prima di tutto la sperimentazione per avere questi vaccini parte da studi che sono iniziati già nella primavera del 2020. Questi relativamente “pochi” mesi sono bastati per la numerosità del campione e per la qualità delle risorse impiegate. E’ stato possibile, quindi, realizzare uno studio di grandi dimensioni, sufficiente per dimostrare l’efficacia e la sicurezza senza saltare alcuna fase prevista.

La realizzazione rapida dei vaccini ad mRNA è stata possibile anche grazie alle scoperte scientifiche del passato. E’ noto a chiunque abbia frequentato anche solo le scuole medie che l’rna messaggero è una molecola che trasporta informazioni dal dna alle cellule per produrre le proteine necessarie alla vita tra le quali anche quelle per la risposta immunitaria ai patogeni.

Nel 1990 si riuscì ad attivare la produzione di proteine in cellule di topo partendo da mRna. Nel 2005 Katalin Kariko, una scienziata ungherese attualmente vicepresidente di Biontech, affinò la tecnica riuscendo a inoculare l’mRna senza scatenare un’eccessiva risposta immunitaria. Questa piattaforma ad mRNA ha una delle applicazioni più promettenti in oncologia. Moderna e Biontech, infatti, stanno già lavorando da tempo con i pazienti oncologici alla realizzazione di un vaccino anti tumorale personalizzato a base di rna messaggero i cui risultati (preliminari, va detto) sembrano incoraggianti. Questi vaccini ad mRNA oltre che in oncologia hanno una potenziale applicazione anche in altre malattie (citomegalovirus, virus respiratorio sinciziale, rabbia, aviaria, virus influenzali e parainfluenzali).

E’evidente, quindi, che una tecnica già impiegata da oltre 10 anni quale la piattaforma ad RNA messaggero è stata utilizzata per realizzare i vaccini anti- COVID19.

A tutt’oggi sono stati approvati dall’Agenzia Europea per i Medicinali e dall’AIFA due vaccini anti COVID19: Pfizer mRNABNT162b2 (Comirnaty) e COVID-19 Vaccine Moderna mRNA -1273. I due vaccini sono molto simili e sono stati valutati come equivalenti dal CTS di AIFA poiché adottano la stessa tecnologia a RNA messaggero, hanno un’efficacia molto elevata e sono entrambi molto sicuri, con effetti collaterali modesti e prevalentemente risolvibili in pochi giorni senza necessità di interventi. Entrambi i vaccini inducono un’imponente risposta immunitaria già dopo due dosi distanziate di tre o quattro settimane. Sono stati studiati su decine di migliaia di partecipanti con i più rigorosi metodi scientifici. Comirnaty ha dati di efficacia già dai 16 anni in su, Moderna dai 18 anni in su. Comirnaty si presenta come congelato da diluire mentre Moderna è già pronto e mantenuto a temperature da frigorifero per cui si presta ad una maggiore maneggevolezza.

Le differenze tecniche sono sintetizzate nella tabella relativa di fonte AIFA.

I virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando come chiave la proteina di superficie Spike. I due vaccini COVID-19 a mRNA approvati per la campagna vaccinale utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che permette di produrre le  Spike alla persona vaccinata. Nei vaccini le molecole di mRNA sono protette da vescicole lipidiche che permettono l’ingresso del mRNA nelle cellule. L’mRNA viene assorbito nelle cellule e qui comincia la sintesi delle proteine Spike. Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici che potranno bloccare eventuali Spike portate dal virus SarsCov2.  Quello che è ancora più interessante è che la vaccinazione attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere ad ulteriori esposizioni a SARS-CoV-2.

L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione. La durata della protezione non è ancora definita con certezza ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che essa dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi. Intanto è necessario più tempo per ottenere dati significativi per dimostrare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone, motivo per cui sarebbe consigliabile continuare ad adottare le misure di protezione anti SarsCov2.

Ci sono poi alcune evidenze secondo cui il vaccino proteggerebbe anche dalle varianti minime del virus. Pare, inoltre, che la seconda dose vada effettuata con lo stesso vaccino della prima e nei tempi definiti nel corso della sperimentazione: gli studi pubblicati, infatti, dicono che una dose è sufficiente a provocare la desiderata risposta immunitaria entro due settimane e che questa risposta è fortemente potenziata dalla seconda dose.

Chi ha già avuto un’infezione da COVID-19 confermata può vaccinarsi, tuttavia tali casi non necessitano di una vaccinazione nella prima fase della campagna vaccinale. Non è necessario, inoltre, sottoporsi a test diagnostici per Covid-19 prima di accedere alla vaccinazione.

Le persone con malattie croniche, diabete, tumori, malattie cardiovascolari, malattia celiaca o malattie autoimmuni possono vaccinarsi così come le persone che hanno allergie (in ambiente protetto e con opportune precauzioni).  Le persone in trattamento con anticoagulanti possono eseguire la vaccinazione senza sospendere il trattamento in corso. La vaccinazione deve essere eseguita prima dell’assunzione della terapia. E’ controindicata, invece, la seconda dose a chi abbia manifestato reazioni gravi con la prima.

Si è ancora in attesa di ulteriori dati per quanto riguarda donne in gravidanza oppure allattamento e per i bambini, soggetti non inclusi nelle sperimentazioni precedenti.

La vaccinazione deve essere effettuata da medici e infermieri dei servizi vaccinali pubblici, persone esperte che da tempo praticano vaccinazioni. Inoltre, in considerazione della particolarità di questi vaccini, gli operatori sanitari devono aver ricevuto ulteriori informazioni tecniche specifiche sulla loro preparazione e somministrazione.

Prima della vaccinazione il personale sanitario deve sottoporre il vaccinando ad una serie di domande precise e semplici utilizzando una scheda standardizzata e deve far firmare il consenso informato tenendo conto delle controindicazioni della scheda tecnica. Il vaccinando deve esibire un documento di identità valido e la tessera sanitaria oltre ad eventuale documentazione sanitaria sul proprio stato di salute. La vaccinazione è gratuita per tutti e i vaccini saranno utilizzati soltanto nei presidi definiti dal Piano vaccini e non saranno disponibili nelle farmacie o nel mercato privato. È altamente sconsigliato cercare di procurarsi il vaccino per vie alternative o su internet, questi canali non danno nessuna garanzia sulla qualità del prodotto che potrebbe essere, oltre che inefficace, pericoloso per la salute. Durante la manipolazione del vaccino e l’iniezione si devono adottare tecniche asettiche con sistema luer lock delle siringhe (attacco dell’ago alla siringa in modo permanente). La segnalazione di una qualsiasi reazione alla somministrazione del vaccino può essere fatta al proprio medico di famiglia o alla ASL di appartenenza, così come avviene per qualunque farmaco secondo il sistema nazionale di farmacovigilanza attivo in tutto il Paese. Inoltre, chiunque può segnalare in prima persona una reazione avversa da vaccino utilizzando i moduli pubblicati sul sito AIFA.

Il sogno è quello di raggiungere l’immunità di comunità anche se essere vaccinati non conferisce per il momento un “certificato di libertà”.

I vaccini ad mRNA anti Covid-19

Cari amici, in un mio articolo pubblicato recentemente da I Fatti di Napoli con grande successo di lettori, vengono sintetizzate le principali informazioni sui due vaccini ad mRNA utilizzati attualmente (Pfizer e Moderna).

Cliccando sul link qui sotto potrete leggerlo anche dal mio Blog. Buona lettura!

http://www.ifattidinapoli.it/art_vaccini_mrna_tutto_quello_che_c_da_sapere.html

Covid-19 come “psicosi”…affrontiamo serenamente l’angoscia.

Buona Salute a voi tutti!

Riprendiamo a parlare di Covid-19 partendo dalla nostra “umanità”.

Non so se avete avuto la mia stessa sensazione in questi giorni: non si riesce a parlare di altro se non del Coronavirus e della pandemia. Tutto ciò che prima ci interessava e ci rendeva felici sembra essere passato in secondo piano (cultura, arte, letteratura, eventi sociali e spettacolo). Addirittura una fiction televisiva ha più successo e capta magneticamente persino i giovani se nel contesto si parla di medici, sanitari e malattie…

Perchè succede questo?

Normalmente, anche quando viviamo condizioni di paura (esami, problemi di salute noti, rischio di lutti o separazioni), ciò che stiamo osservando con la pandemia, in questi giorni, non si verifica e riusciamo generalmente a dare spazio a tutte le altre emozioni e agli altri interessi. Ciò accade perchè conosciamo bene la causa della nostra paura e le conseguenze concrete che essa potrebbe determinare se si realizzasse.

Nel caso di Sars Cov2, invece, la maggior parte delle conoscenze è ignota, per cui la malattia da esso provocata, la COVID-19, genera soprattutto l’angoscia e non solo la paura, che invece riguarda cose ben note o già vissute.

La paura è un elemento positivo della nostra esistenza e che ci allontana da ciò che potrebbe nuocerci senza per questo impedirci di vivere. Ad esempio un adulto si allontanerà dal fuoco per paura mentre il bambino non lo farà perchè ancora non avrà la coscienza del pericolo.

L’angoscia, invece, è un sentimento più irrazionale che non ci permette più di vivere le sensazioni evocate per raggiungere il benessere in quanto la nostra mente è concentrata costantemente sulla causa dell’angoscia. Tutto come in una veglia continua nei confronti di qualcosa che non sappiamo se, come e quando potrebbe accadere.

Sars Cov2 genera angoscia in chi non lo conosce e, quindi, prevalentemente nell’Umanità. Questo è il motivo per cui coloro che conoscono il virus ed i suoi comportamenti un poco meglio degli altri, come medici, infermieri, operatori sanitari ma soprattutto epidemiologi, virologi e ricercatori, riescono ad attirare l’attenzione più di tutto il resto. Semplicemente sediamo temporaneamente la nostra angoscia attraverso le “gocce” di informazioni che riusciamo ad assumere attraverso la comunicazione diretta o mediatica.

A questo punto possiamo incominciare a cercare di placare la nostra angoscia assumendo informazioni certe e concrete su SarsCov2 e su Covid-19.

Per esempio, vi piacerebbe sapere con certezza se voi o i vostri familiari siete affetti dal virus? Scommetto di sì…

Partiamo dai test: tamponi antigenici, tamponi molecolari, sierologici rapidi, sierologici tardivi…

Dò per scontato che voi sappiate che i tamponi si fanno cercando il virus a livello rinofaringeo mentre i sierologici cercano gli anticorpi sul sangue.

Nessun test potrà mai dare la certezza di essere o non essere portatori del virus!

Primo esempio: paziente contatto stretto di positivi con tampone molecolare 3 volte negativo e sierologico tardivo su prelievo ematochimico con presenza di IgM ed IGG.

Secondo esempio: paziente con tampone negativo, ricoverato in pronto soccorso per febbre e desaturazione dopo due giorni, con tampone molecolare in ospedale positivo e polmonite bilaterale.

Terzo esempio: paziente con problemi di gusto ed olfatto e febbricola con tampone positivo e dopo mesi sierologico perennemente negativo.

Potrei citarvi decine di casi simili.

I test sono operatore dipendente e virus dipendente e siccome del virus non si conoscono ancora le caratteristiche in maniera definitiva attualmente io come medico mi baso prima di tutto sulla clinica.

Non tutti gli asintomatici sono sempre asintomatici.

I positivi al tampone definiti come asintomatici riferiscono spesso di aver sofferto di sintomi minori aspecifici quali astenia, mal di testa, coliche addominali, raffreddore, mal di schiena nei giorni precdenti il tampone o successivamente, anche senza avere poi mai presentato segni o sintomi della malattia respiratoria più seria. L’ansia, poi, accomuna tutti!

Cosa fare nel dubbio?

Partiamo sempre dalla clinica per iniziare a curare la malattia, così come ci insegna la storia della medicina. Quali segni e sintomi bisogna tenere sotto controllo ve lo suggerirò nel prossimo articolo.

Intanto cerchiamo di prenderci cura della nostra mente!

SarsCov2, istruzioni per l’uso. La Circolare del ministero della salute del 12 ottobre 2020 stabilisce le nuove regole per positivi e negativi ai test.

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La nuova Circolare del ministero della Salute del 12 ottobre 2020 aggiorna le indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemiologica, delle nuove evidenze scientifiche, delle indicazioni provenienti da alcuni organismi internazionali (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico l’11 ottobre 2020.

La circolare chiarisce che:

  • l’isolamento dei casi di documentata infezione da SARS-CoV-2 si riferisce alla separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione.
  • La quarantena, invece, si riferisce alla restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.

Isolamento o quarantena?


Casi positivi asintomatici

Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).


Casi positivi sintomatici

Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).


Casi positivi a lungo termine

Le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia 4 che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).


Contatti stretti asintomatici

I contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare:

  • un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso

oppure

  • un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

Nella circolare si raccomanda di:

  • eseguire il test molecolare a fine quarantena a tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze;
  • prevedere accessi al test differenziati per i bambini;
  • non prevedere quarantena né l’esecuzione di test diagnostici nei contatti stretti di contatti stretti di caso (ovvero non vi sia stato nessun contatto diretto con il caso confermato), a meno che il contatto stretto del caso non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici o nel caso in cui, in base al giudizio delle autorità sanitarie, si renda opportuno uno screening di comunità
  • promuovere l’uso della App Immuni per supportare le attività di contact tracing.

La circolare ridefinisce i criteri per porre fine all’isolamento/quarantena ed è applicabile dal momento in cui è stata pubblicata. Pertanto, tali criteri potranno essere applicati anche a chi era già in isolamento/quarantena al momento della loro emanazione.

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Lo studio di Medicina generale nella Fase 2 : nuove regole

Nulla sarà come prima dopo l’emergenza Coronavirus e, particolarmente, l’attività nello studio del medico di famiglia.

Sarebbe impensabile oggi immaginare nuovi assembramenti di pazienti malati così come accaduto non più di due mesi fa un po’ in tutte le sale d’attesa del Sistema Sanitario Nazionale.

A partire dalla Fase 2 gli accessi saranno tutti selezionati previo triage telefonico in maniera organizzata temporalmente e con tutte le dovute precauzioni per impedire eventuali contagi. La necessità di tutelare anche dipendenti e collaboratori, oltre che i pazienti stessi, porterà all’adozione del distanziamento fisico e di processi di sanificazione regolari, all’uso di schermi protettivi e di dispenser di gel disinfettanti oltre che di mascherine idonee e guanti. L’uso dei DPI per i medici resta ancora un grave problema vista la mancata distribuzione di materiali idonei da parte delle ASL, e l’obbligo d’uso per evitare i contagi reciproci.

La riduzione degli accessi preordinati sarà possibile anche grazie alla rivoluzione digitale che ha permesso l’invio telematico ai pazienti del NRE (Numero di Ricetta Elettronica) e della ricetta in chiaro per evitare la stampa ed il ritiro del promemoria cartaceo. In questo modo milioni di Italiani non avranno la necessità di recarsi allo studio del medico solo per ritirare le ricette evitando così di affollare lo studio di persone e burocrazia. Le sale d’attesa dovranno essere sgombrate il più possibile da oggetti e da persone e le visite avverranno con nuove modalità di appuntamento per consentire una visita medica sicura, rapida e finalizzata dopo aver effettuato un approfondito colloquio telefonico prima dell’accesso.

La sorveglianza dei pazienti anziani e dei malati cronici in futuro sarà possibile attraverso la medicina a distanza che si avvarrà dalla comunicazione degli esiti attraverso messaggistica (sms, whatsapp, mail) e videochiamate fino alla possibilità di applicare software di telemedicina per ecg, saturimetria, monitoraggio specialistico in rete con le strutture ospedaliere laddove tutto questo sarà realizzabile.

Le visite domiciliari in questo periodo saranno possibili solo se veramente indispensabili e laddove le condizioni di sicurezza lo permetteranno.

In attesa dell’attivazione dell’Aggregazione Funzionale Territoriale di zona, di ulteriori linee guida e dei dati dei prossimi mesi il mio studio continua secondo gli stessi giorni e le stesse fasce orarie ma dopo obbligatorio contatto telefonico per preordinare l’intervento (ricetta, consulenza su esami o visita medica) in maniera sicura e corretta.

L’unico recapito telefonico a cui fare riferimento è il 0817513564, orari sulla mia attività Google.

Claudia Pizzi, Medico di Medicina Generale Asl Napoli 1 centro FIMMG – SIMG

Emergenza Covid-19: lettera aperta ai Napoletani da un medico di famiglia

Carissimi Napoletani,

stiamo vivendo un’EMERGENZA STRAORDINARIA e non un periodo di ferie forzate.

Vi scrivo questa lettera per sensibilizzarVi nei confronti di una situazione che noi operatori del sistema sanitario non potremo fronteggiare a lungo senza il vostro aiuto.

Prima di tutto RESTATE A CASA più che potete ma con delle istruzioni su come comportarvi come pazienti nel caso in cui ne aveste bisogno,  perché c’è bisogno di orientare tutte le risorse in direzione controllata e corretta.

In questo momento gli operatori del 118 e degli ospedali in genere sono in situazione di grande stress legato anche all’insufficienza di dispositivi di protezione ed al sovraccarico che si sta creando per la mancanza di autocontrollo o di affidamento corretto di alcune persone nei confronti del SSN.

IL DOVERE DI OGNI CITTADINO E’ DI COLLABORARE AL CONTENIMENTO DEGLI INTERVENTI NON NECESSARI PER CONSENTIRE DI DISTRIBUIRE LE RISORSE OPERATIVE DISPONIBILI A CHI NE HA REALMENTE BISOGNO!

Quindi, abbiate come riferimento telefonico il vostro medico di famiglia oppure il servizio di continuità assistenziale per comunicare l’eventuale comparsa di febbre o sintomi respiratori, in particolare se siete rientrati da località a rischio oppure avete avuto contatti con casi probabili o casi accertati.

IN CASO DI RAGIONEVOLI DUBBI AUTOISOLATEVI A DOMICILIO FINO AD ULTERIORI EVOLUZIONI O ISTRUZIONI. Controllate mattina e sera la febbre e, se possibile, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la saturazione di ossigeno: tutto sempre sotto il controllo del vostro medico curante.

Il servizio del 118 verrà allertato direttamente dal vostro medico di famiglia nel caso in cui ce ne fosse reale bisogno.

Le linee e i sistemi sanitari di contenimento e di cura NON DEVONO ESSERE INTASATI PER COLPA DEGLI ISTERISMI COLLETTIVI.

Vi ricordo che in circa il 70-80% dei casi l’infezione fino ad ora è decorsa come una semplice influenza.

BISOGNA LASCIARE LIBERI I POSTI LETTO PER I PAZIENTI CHE POTREBBERO MANIFESTARE UN PROGRESSIVO AGGRAVAMENTO DELLE CONDIZIONI.

Dobbiamo tutelare i più deboli per non perderli (persone con malattie polmonari, cardiache, renali, oncologiche, diabetiche ma anche persone immunodepresse, gravide, socialmente isolate e OPERATORI SANITARI).

Sono istruzioni molto semplici che vi sto consigliando e che vi prego di far girare!

Dimostriamo con i fatti quanto è grande il nostro amore per il prossimo e non pretendiamolo solo dagli operatori sanitari.

PROTEGGIAMO TUTTI GLI OPERATORI SANITARI DA AZIONI DI MINACCIA E DI LINCIAGGIO PER LA TUTELA DELLA COLLETTIVITA’.

Chi ha fede in Dio non muore mai!

Ve lo chiedo con il Cuore!

Claudia Pizzi

Medico di Medicina generale Napoli

FIMMG   SIMG

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