Dove farsi curare per un tumore a Napoli: il CORP dell’Ospedale del mare

CatturaAl Sud, nonostante ci ammaliamo di tumore meno che al Nord ne moriamo più facilmente. Sbagliare la scelta del chirurgo o dell’oncologo quando si riceve una diagnosi di cancro significa SUICIDARSI. Per questo l’informazione e la formazione dei medici e dei pazienti sono fondamentali.

La Regione Campania è intervenuta limitando la possibilità di accesso a quelle strutture che non sono adeguate per competenze o numeri di intervento specifici per un dato tumore.  Recentemente, infatti, è stato approvato il Decreto Commissariale n. 58 del 4/7/2019 avente per oggetto: “Rete oncologica regionale: adempimenti. Adozione ulteriori documenti tecnici: mappe chirurgiche regionali provvisorie in valutazione triennale”. Il decreto stabilisce che dal 1 ottobre 2019 tutte le strutture pubbliche e private che non rientrano nella Rete approvata dal provvedimento stesso, non saranno più abilitate all’esecuzione delle procedure chirurgiche specifiche per sede tumorale.

Significa che prima di farsi operare per un tumore in Campania è necessario verificare il riconoscimento ufficiale della struttura a cui si afferisce.

Nell’ambito delle iniziative di informazione sulle attività di prevenzione, diagnosi e cura della ASL Napoli 1 centro, venerdì 22 novembre e sabato 23 novembre si terrà all’Ospedale del mare il Convegno “Il CORP ospedale del mare nella rete oncologica campana”, sotto la direzione scientifica del Dott. Bruno Daniele.

Il Convegno mira a fare il punto sulle attività oncologiche dell’Ospedale del Mare, il più recente dei Centri Oncologici di Riferimento Polispecialistici (CORP) della Rete Oncologica Campana (ROC), come riferimento per le neoplasie gastroenteriche (colon-retto, stomaco, fegato e pancreas) con particolare attenzione all’integrazione multidisciplinare tra i diversi specialisti che operano all’interno dei  Gruppi oncologici multidisciplinari (GOM) nonché al rapporto tra l’attività di screening dei tumori del colon sul territorio dell’ASL Napoli 1 e la presa in carico dei soggetti positivi da parte del CORP Ospedale del Mare . Sarà inoltre sottolineato il ruolo fondamentale dei medici di medicina generale nel favorire l’adesione dei cittadini allo screening e come interfaccia privilegiata tra i pazienti e la ROC, sia per quanto riguarda l’accesso alla ROC sia per l’assistenza ai pazienti a domicilio ed il trattamento delle neoplasie gastroenteriche con particolare attenzione alle nuove tecnologie (chirurgia robotica, nuove tecniche radioterapiche) e alle recenti novità della terapia medica.

Ho accettato con entusiasmo l’invito a moderare la sessione sul carcinoma del pancreas: una grande sfida per medici e pazienti che solo in squadra si può affrontare con successo!

L’AGO DELLA DISCORDIA

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Partendo dall’autocelebrazione di un’equipe medica di Chioggia, che si è vantata di essere stata la prima ad aver messo su un intervento di “termofusione” del cancro, si è scatenata sul web una cascata di repliche da parte di autorevoli interventisti sanitari che, in realtà, erano “padroni” della tecnica da almeno un decennio. In particolare il prof. Stefano Spiezia, autorevole chirurgo napoletano, ha spiegato egregiamente le cose come stanno in un articolo di risposta (pubblicato sul quotidiano Il Mattino venerdì 18 novembre u.s.) e come tale tecnica non sia affatto innovativa e sia applicabile, con risultati oncologici definitivi, solo in un limitatissimo numero di casi.

Mi permetto di discutere qui del caso perché, dalla pubblicazione della notizia, sono stata presa d’assalto da amici, pazienti, parenti e colleghi che mi chiedevano informazioni sulla veridicità del miracolo proclamato a Chioggia.

Le mie riflessioni sono queste:

  • Quando si parla di cancro e di pazienti oncologici, si cerca il sensazionalismo a tutti i costi, non sempre per fini nobili, sapendo di fare leva su una categoria di lettore fragile ed influenzabile.
  • Troppo spesso i giornalisti, in buona o cattiva fede, scrivono di argomenti sui quali non si sono adeguatamente informati, creando false aspettative e pubblicità ingannevoli.
  • Tutti i giorni, nelle nostre migliori oncologie napoletane (Fondazione Pascale, Federico II, Ospedale dei Colli, SUN, Cardarelli  e così via fino ad alcune minori del centro e della provincia) si compiono migliaia di miracoli. Io stessa, negli ambulatori di oncologia e di ematologia  dell’università Federico II, ho visto centinaia di donne guarite dal tumore della mammella venire alle visite di follow-up regolarmente “rinate”, ma di questo in pochi parlano.
  • I pazienti non muoiono per la mancanza di un ago “bollente”, ma perché hanno paura. Paura di sottoporsi ai controlli ed agli screening e, in alcuni casi, addirittura di “confessare” al proprio medico curante un segno oppure un sintomo che potrebbe essere collegato alla presenza di un cancro.
  • Infine, ma non per ultimo, non esiste “il cancro”, ma esistono tanti cancri per quante sono le persone. Addirittura alcuni cancri della mammella, della tiroide e della prostata resterebbero localizzati dove sono anche per tutta la vita, mentre altri, invece, indicano nel “nome e cognome” che portano, di quali terapie hanno veramente bisogno; l’identità di un tumore può venire solo da un buon esame istologico corredato di tutte le caratteristiche biologiche fatto in un centro di eccellenza di anatomia patologica.
  • Una buona alimentazione ed un corretto stile di vita con attività fisica costante riescono a garantire la sopravvivenza di una donna affetta da carcinoma della mammella allo stesso modo di una chemioterapia.

Il cancro uccide, quindi, chi si affida a persone non competenti del settore diagnostico e terapeutico. Queste ultime sono ancora tante, purtroppo, e le riconoscerete perché vogliono trattare il paziente prima possibile, senza neanche cercare di capire bene da quale neoplasia è affetto o in quale stadio della malattia si trovi, vantando esperienze “personali” strabilianti.

Adesso fate girare questo di articolo se ne avete il coraggio!

 

 

La Sanità pubblica negata alla Campania

Recentemente, grazie anche all’impegno di Luigi Costanzo, medico che esercita nella Terra dei Fuochi nel territorio della ASL Napoli 2,  è partito un “tam tam” basato su servizi dei media ed appelli alle istituzioni, per informare e sensibilizzare tutti su ciò che sta accadendo attualmente in Campania.

Cosa sta succedendo? Il raggiungimento dei tetti di spesa, che hanno l’obiettivo di risanare la Sanità, già a partire dalla fine di luglio, sta bloccando progressivamente le strutture convenzionate che erogano prestazioni di cardiologia, di analisi di laboratorio, di fisioterapia, di radiologia e medicina nucleare.

Tutto questo significa che il cittadino campano, che in questo momento deve praticare un esame diagnostico e che, già normalmente paga le tasse addizionali regionali e le quote di compartecipazione alla spesa sanitaria più alte d’Italia, si sta trovando di fronte alla necessità di: rimandare la prestazione al 2016; pagare di tasca propria mediamente centinaia di Euro; chiedere un prestito a familiari o usurai; andare a farsi seguire e curare in un’altra Regione oppure chiedere aiuto ai propri “santi in paradiso”…

Sono conseguenze evidenti  di questa situazione il danno causato ai più deboli e l’esaurimento sempre più precoce  delle risorse, vista la necessità di prescrivere nel primo semestre dell’anno successivo anche tutte le prestazioni non effettuate nel semestre precedente.

L’appello è sulla necessità di programmare i tetti di spesa dei prossimi anni tenendo conto di tutte le caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione campana, così come già previsto nel Patto della Salute della Conferenza Stato- Regioni, e di promuovere l’attivazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) dei medici del SSN, per decongestionare le strutture del sistema pubblico e convenzionato .

In CAMPANIA i problemi da sollevare non riguardano sempre e solo la CAMORRA, anche il Sistema Sanitario Regionale ha bisogno di appropriatezza e riorganizzazione!

Nell’emergenza immediata bisognerebbe intervenire straordinariamente almeno per garantire alle persone “Esenti per Patologia” come cardiopatici, diabetici, persone con tumore e altro,  di poter usufruire delle prestazioni indispensabili e non rimandabili, rapidamente e senza disagi.